CIÒ CHE STA SOTTO L’OMBRA
(Anamorfosi di un cattivo pensiero IV)
«Tutto ciò che è d’oro non sfavilla.
Al metallo più nobile si addice semmai una sobria luminosità»
(F. Nietzsche, Umano troppo umano)
«L’ombra: Di quel che hai detto, più di tutto mi è piaciuta una promessa:
che volete ridiventare buoni vicini delle cose prossime.
Questo tornerà a vantaggio anche di noi, povere ombre.
Perché, ammettetelo, sinora ci avete calunniato anche troppo volentieri.
Il viandante: Calunniato? Ma perché non vi siete difese?
Avevate pur vicine le nostre orecchie.
L’ombra: Ci sembrava appunto di esservi troppo vicine
per poter parlare di noi stesse»
–
«Il viandante: Oh, è già tempo di separarsi? E ho dovuto alla fine ancora farti ancora male, l’ho visto: sei diventata per ciò più scura.
L’ombra: Sono arrossita, nel colore in cui posso farlo. Mi è venuto in mente che spesso ho giaciuto ai tuoi piedi come un cane, e che tu allora…
Il viandante: E non potrei, in tutta fretta, fare ancora qualcosa che ti piacesse? Non hai nessun desiderio?
L’ombra: Nessuno, tranne quello che ebbe il «cane» filosofico davanti al grande Alessandro: togliti un poco dal mio sole, ho troppo freddo.
Il viandante: Che devo fare?
L’ombra: Cammina sotto questi pini e guarda intorno, verso i monti: il sole tramonta.
Il viandante: Dove sei? Dove sei?»
(F. Nietzsche)
(2011)
Bronzo al berillio rodiato, con trattamento PVD al nitruro di zirconio;
Occhi in vetro dipinti; ombra in plexiglas nero;
Dimensioni: 21 cm (h) x 19 cm x 26 cm (ombra esclusa);
Tecnica: modello originale in resina; fusione a cera persa;
Fonderia Bonvicini (Verona)
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