STELLA STELLINA
(Apoteosi di una lacrima)
Stella stellina,
la notte si avvicina,
la notte è scura scura
ma io non ho paura:
brilla una stella gialla!
Chi c’è dentro la stalla?
(Lina Schwarz)
E noi che siam soliti
considerare la felicità
come un’ascesa
ne avremmo l’emozione
quasi sconvolgente
di quando cosa che è felice
cade.
(Rainer Maria Rilke)
Colgo l’occasione per far notare che:
1) da anni, ogni volta che vedo una stella cadente esprimo il desiderio che ritorni al suo posto. Non è mai successo.
2) Non esistono stelle cadenti per ciechi, stelle cadenti in braille. E tuttavia esistono desideri tattili.
3) Esistono molti monumenti ai caduti, al dolore e alle lacrime di dolore, ma nessun monumento rammemorativo della gioia, nessuna commemorazione del riso da caduta o della caduta da riso.
Questo è il prototipo di un contro-monumento giocattolo alle cadute, alle stelle cadute, alla felicità del cadere. E alle lacrime di riso.
Una lacrima d’ilarità scivola via dall’occhio. Precipita lungo il viso. E si infrange a terra, come una stella cadente o una vecchia dea sghemba. Risorge in forma d’astro metallico memore dell’occhio. Le sue punte aguzze non desiderano altro che ritornare all’amato bulbo.
(1997)
Bronzo lucidato; occhi di vetro dipinti
59 cm (h) x 26 cm x 64 cm
Fonderia Anselmi (Roma)
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